Quarto posto di categoria tra gli M30-34 e 29° generale per Stefano Prandini, che domenica ha preso parte in Messico all´Ironman di Cozumel. Una gara che l´atleta della 3Life ha portato a termine in 9:22.24, nuotando i 3,8 chilometri a nuoto in 54.37, completando quindi i 180 km ciclistici in 4:54.58 e la maratona podistica finale in 3:26.53. Una gara affrontata con la voglia di centarre la qualificazione ai Mondiali di Kona del 2017, ma purtroppo, nonostante l´ottima prestaizone, le cose non sono andate come sperato.
«Gara sicuramente impegnativa dal punto di vista logistico - spiega Stefano - con viaggio di andata da dimenticare, considerando le 27 ore totali tra voli, taxi e nave, con quest´ultima che ha dato il colpo di grazie. Clima non particolarmente caldo, 28-30 °C, ma con un´umidità mai provata. La gara è andata quasi come nelle aspettative, avevo stimato un 9:10-9:15 di tempo, nuoto con corrente a favore, abbiamo pagato dazio però nella bici dove per tre giri si dovevano affrontare 20 km di forte vento contrario, ricambiato solo minimamente nella parte opposta dell´isola, quella coperta. Avevo pensato ad una bici "gestita" ma ho capito subito che il valore degli avversari era elevato e non mi sono risparmiato, se non negli ultimi 40 km nei quali avevo capito che la maratona sarebbe stata un calvario. Salvo il primo, siamo arrivati in 6 o 7 della categoria tutti insieme al T2, siamo partiti, uno ha preso il largo, io ho cercato di fare una buona andatura solo per prendere subito distanza. Sapevo si trattasse di un probabile suicidio ma dovevo tentare».
Stefano prosegue poi: «al settimo chilometro, al giro di boa, ho visto quelli dietro tutti saltati ed ho pensato solo a salvarmi ed arrivare, ho iniziato a fermarmi ogni 3 km per sciogliere i muscoli, pensavo di essere terzo ed avere la slot per i Mondiali di Kona quasi assicurata, fino a quando al 28° km mia moglie mi ha incitato dicendomi che il terzo era a solo 2´, quasi non ci credevo allora da lì ho iniziato a correre e camminare solo per portare al termine la gara. Forse posso solo rimproverarmi la gestione delle energie, in un percorso così piatto e con forte vento avrei dovuto sfruttare gli avversari dall´inizio. Ora farò un periodo di riposo più che altro mentale. Ringrazio tanto il mio piccolo Tommaso e mia moglie Caterina che nonostante sia al quinto mese mi hanno seguito e fatto il tifo, poi tutti i miei compagni di squadra che mi hanno seguito da casa».